Da quando siamo nati, respirare è il gesto più spontaneo e naturale che compiamo ogni giorno. Possiamo rimanere senza cibo per delle settimane, senza bere per alcuni giorni, ma non riusciamo a sopravvivere se non respiriamo anche solo per qualche minuto. Il respiro è il modo più semplice con cui il nostro organismo si nutre per continuare a vivere e, inoltre, circa il 70% del sistema di disintossicazione del corpo umano dipende dal respiro. Un individuo medio adulto respira mediamente 0,83 m3/h, corrispondenti a circa 20 m3/d e cioè 20.000 litri in un giorno, pari a 10.000 volte il volume di acqua (2 litri) che ci viene suggerito di bere quotidianamente!
La qualità dell’aria che respiriamo è importante, poiché si stima che in Italia ci siano tra le 80.000 e le 90.000 morti premature proprio a causa dell’inquinamento atmosferico… Circa metà dell’aria atmosferica è concentrata nei primi 5-6 chilometri di quota. Nei primi 16 chilometri, invece, si trova il 90% di tutta l’aria. L’aria che respiriamo è una miscela di gas. I composti gassosi presenti in misura maggiore sono l’azoto (78,08%), l’ossigeno (20,95%), l’argon (0,93%) e l’anidride carbonica (0,0355%). In misura minore sono presenti altri gas: neon, elio, metano, cripto, idrogeno, xeno, ozono, ammoniaca, biossido di zolfo, ecc. In corrispondenza di una certa sorgente si può verificare un qualche fenomeno, tipicamente di combustione, che determina l’emissione di inquinanti nell’atmosfera circostante. Gli inquinanti, una volta emessi con una certa portata, tenderanno a disperdersi nell’atmosfera attraverso quello che viene definito “pennacchio inquinante”. Gli inquinanti, direttamente emessi dalla sorgente (primari) oppure formatisi per reazione in atmosfera (secondari), andranno ad interagire con i possibili recettori presenti nell’ambiente circostante (bersagli).
Provate a porre, a voi stessi innanzitutto, la seguente domanda: «L’effetto serra è un fatto positivo o negativo per il genere umano?». La maggior parte degli interrogati risponderà: «È un fatto negativo». Nulla di più sbagliato. Se non ci fosse l’effetto serra, infatti, come vedremo meglio a breve, la stessa vita sulla Terra non sarebbe possibile. L’effetto serra è un meccanismo, alquanto delicato, che consente di mantenere la temperatura del sistema Terra-atmosfera a livelli compatibili con la vita degli abitanti del “pianeta azzurro”. Il motivo del “riscaldamento globale” della superficie terrestre è la presenza di gas ad effetto serra (“gas serra”) che agiscono creando una sorta di copertura parziale per le radiazioni ad onda lunga provenienti dalla superficie terrestre. Questo fenomeno è, appunto, noto come “effetto serra naturale”. I più importanti gas serra sono il vapore acqueo e l’anidride carbonica. I due componenti più abbondanti dell’atmosfera (azoto ed ossigeno), invece, non producono nessun effetto serra. Le nubi, altresì, esercitano un’azione di copertura molto simile a quello dei gas serra; questo effetto, tuttavia, è controbilanciato dalla loro capacità di riflettere le radiazioni solari incidenti. In definitiva, sebbene localmente si è portati a considerare l’effetto notturno di riscaldamento della copertura nuvolosa, complessivamente le nubi hanno un effetto di raffreddamento sul clima.
Le attività antropiche intensificano l’effetto di copertura attraverso il rilascio di gas serra. Per esempio, il quantitativo di anidride carbonica in atmosfera è cresciuto del 35% nell’era industriale, ed è ben noto che questo effetto è da addebitare alle attività umane, ed in particolare alla combustione di fonti fossili e alla distruzione delle foreste. Il genere umano, pertanto, ha notevolmente alterato la composizione chimica dell’atmosfera globale con sostanziali ripercussioni sul clima. I principali gas serra di origine esclusivamente antropica sono i clorofluorocarburi (CFC), gli idroclorofluorocarburi (HCFC), gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi (PFC) e l’esafluoruro di zolfo (SF6).