Due sono le parole chiave di Greenopoli: condivisione e sostenibilità.
La condivisione si riferisce al metodo di insegnamento,
mentre la sostenibilità riguarda i contenuti.
Con il metodo Greenopoli, l’educatore deve essere anzitutto un “moderatore”, che prima fa discutere e ragionare gli allievi e poi, a opportuni intervalli, interviene per sostenere e rilanciare la discussione o introdurre nuovi concetti, fornendo assistenza attraverso domande guida e suggerimenti.
L’idea alla base di Greenopoli si fonda sul concetto imprescindibile di condivisione preliminare delle conoscenze. Prima di tentare di spiegare o assimilare un nuovo argomento, diventa essenziale valutare il punto di partenza delle nostre conoscenze e identificare le potenziali nuove informazioni che possono emergere attraverso l’aggregazione e l’elaborazione collettiva delle nozioni presenti. Questo processo coinvolge sia il pensiero individuale sia quello di gruppo, favorendo uno scambio continuo di informazioni. Questo approccio consente agli studenti di sviluppare gradualmente nuove competenze e di elaborare un metodo personale di apprendimento e di analisi critica del mondo che li circonda.
L’educatore deve favorire la creazione di un ambiente amichevole e allegro, basato sul rispetto reciproco, facilitando la partecipazione attiva e l’interazione tra i presenti.
Il tutto diventa più facile se ci si propone con entusiasmo, simpatia e spontaneità, lasciando trasparire tutta la passione per l’argomento che si sta discutendo. Il comunicatore deve evitare di porsi su un piedistallo (anche in senso fisico!) e, per fare questo, deve stare al livello dei suoi interlocutori, deve essere il più desideroso e curioso di apprendere cose nuove, divenendo allievo tra gli allievi. Quando si smette di studiare e imparare, si finisce per assomigliare a un vecchio grammofono su cui girano sempre gli stessi dischi, che spesso s’incantano anche a causa della puntina ormai consunta e dei solchi scavati dall’inesorabile incedere degli anni.
Come si fa a non diventare un vecchio grammofono stonato? Rimanendo bambini, parlando con il bambino che eravamo, mettendoci nei panni di chi ci sta di fronte. Al di là di tecniche più o meno sofisticate, infatti, immedesimarsi in chi ci sta di fronte è il punto di partenza obbligato per una comunicazione che vuole essere veramente efficace in una scuola che vuole preparare i propri allievi al “saper essere”, ancor prima che al “saper fare” e al sapere nozionistico fine a sé stesso.
L’uso di canzoni rap con contenuti ambientali è uno dei principali strumenti presenti nella cassetta degli attrezzi del metodo Greenopoli.
L’idea di comunicazione ambientale attraverso il rap, un’attività che è stata ribattezzata “green rapping”, è nata quasi per caso, su richiesta di alcuni studenti delle scuole medie inferiori proprio per dare senso compiuto alla frase “essere allievo tra gli allievi”. Alla fine di ogni singolo incontro, infatti, l’educatore, oltre ad aver trasmesso le proprie conoscenze ai discenti, deve aver appreso, a sua volta, nuove cose dai suoi studenti. Chi interagisce con i bambini sa che sono loro a insegnarci direttamente il modo migliore di comunicare, guidandoci letteralmente per mano, proprio come fanno quando sono piccolissimi e desiderano il cibo.
Per avere un’idea, da novembre 2014 a luglio 2023, il metodo Greenopoli è stato applicato in oltre seicento incontri di educazione ambientale, coinvolgendo direttamente più di settantamila studenti, dalla scuola dell’infanzia fino all’università della terza età.
Ecco alcuni video per avere un’anteprima di cosa ti aspetta…
Mr. Greenopoli e la Green Smiling Revolution al TEDx Giardino della Minerva a Salerno
Il metodo Greenopoli a Battipaglia